I Cenacoli

Cenacolo di Marzi 2024 

Caro Dio, passata la cinquantina…

59 cenacolo marzo 2024

Carissimi, siamo ormai prossimi alle feste pasquali. Vogliamo prepararci chiedendo al Signore di poter portare nella nostra vita le conseguenze dell’evento che ha cambiato le sorti del mondo. In questo mese preghiamo in modo particolare per i nostri papà, quelli che sono già giunti al compimento e quelli che abbiamo fisicamente accanto a noi. Continuiamo con la lettura della vicenda di Oscar. Buon incontro e buona Pasqua di resurrezione!                                                                                           

don Alessandro

Iniziamo con il Segno di croce. Lasciamo almeno un minuto di silenzio per entrare nella preghiera.

INNO – Re dei Re (RnS) www.youtube.com/watch?v=F7iy6lIVNRI

Hai sollevato i nostri volti dalla polvere, le nostre colpe hai portato su di te

Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi, per amore…

Figlio dell’Altissimo, povero tra i poveri, vieni a dimorare tra noi

Dio dell’impossibile, Re di tutti i secoli, vieni nella tua maestà!

Re dei re, i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano Re dei re.

Luce degli uomini, regna col tuo amore tra noi, noi, noi, noi.

Ci hai riscattati dalla stretta delle tenebre perché potessimo glorificare te

Hai riversato in noi la vita del tuo Spirito, per amore… Figlio dell’Altissimo…

Tua è la gloria per sempre, Tua è la gloria per sempre, Gloria, gloria, Gloria, gloria!

Dalla Seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor 5,14-20)

L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. [Parola di Dio]

La fuga e la riconciliazione (Eric-Emmanuel Schmitt)

Caro Dio, stamattina alle otto ho detto a Peggy Blue che la amavo, che amavo solo lei e che non potevo concepire la mia vita senza di lei. Si è messa a piangere, mi ha confessato che la liberavo da un grosso peso, perché anche lei amava solo me e non avrebbe mai trovato nessun altro, tanto più adesso che era rosea. È strano, ci siamo ritrovati tutti e due a piangere, ma era molto piacevole. Carina la vita di coppia. Soprattutto passata la cinquantina, dopo aver superato varie prove. Alle dieci in punto ho davvero capito che era Natale, che non sarei potuto restare con Peggy perché la sua famiglia (fratelli, zii, nipoti, cugini) stava per piombarle in camera, e d’altro canto io sarei stato obbligato a sciropparmi i miei genitori. Cosa mi avrebbero regalato stavolta? Un puzzle da diciottomila pezzi? Libri in curdo? Un pacco di manuali d’istruzioni? Un ritratto di me quando stavo bene? Con due deficienti come quelli si profilava una minaccia all’orizzonte, potevo aspettarmi di tutto, c’era una sola certezza, e cioè che avrei passato una giornata da cretino. 

Presa rapidamente la decisione, ho organizzato la fuga. Qualche baratto: i miei giochi a Einstein, il mio piumino a Bacon e le mie caramelle a Pop Corn. Qualche osservazione: Nonna Rose passa sempre dallo spogliatoio prima di andarsene. Qualche previsione: i miei genitori non sarebbero arrivati prima di mezzogiorno. È andato tutto bene: alle undici e mezzo Nonna Rose mi ha augurato di trascorrere una bella giornata natalizia con i miei, mi ha baciato ed è scesa al piano degli spogliatoi. Ho fatto un fischio. Pop Corn, Einstein e Bacon mi hanno vestito in fretta, mi hanno portato giù sollevandomi di peso e condotto fino alla macchina di Nonna Rose, una carretta che risalirà a prima dell’automobile. Pop Corn, che è bravo ad aprire le serrature perché ha avuto la fortuna di crescere in un quartiere malfamato, ha scassinato la porta posteriore e mi hanno messo per terra tra il sedile davanti e quello di dietro. Poi sono rientrati in ospedale, e chi s’è visto s’è visto. 

Nonna Rose è salita in macchina dopo un bel po’, l’ha fatta tossire e sputacchiare una dozzina di volte prima di metterla in moto. Sono fantastiche queste macchine di prima dell’automobile, fanno un tale baccano che sembra di andare velocissimi, e ti sballottano come neanche le giostre. Mi sa che Nonna Rose ha imparato a guidare da un amico stuntman, perché non rispettava né i semafori né i marciapiedi né le rotatorie, tanto che di quando in quando la macchina decollava. La mia idea era saltare fuori appena arrivati e fare: “Cucù, Nonna Rose!”, ma la corsa a ostacoli per arrivare a casa sua è andata avanti talmente a lungo che credo di essermi addormentato. 

Fatto sta che quando mi sono svegliato era buio, faceva freddo, tutto era immerso nel silenzio e mi ritrovavo da solo sul tappetino umido della macchina. E in quel momento, per la prima volta, ho pensato che forse avevo fatto una stupidaggine. Sono uscito dall’automobile e ha cominciato a nevicare, ma era molto meno gradevole del Valzer dei fiocchi di neve dello Schiaccianoci. I denti mi ballavano da soli. Ho visto una grande casa illuminata. Ho camminato. A fatica. Ho fatto un tale salto per arrivare a suonare il campanello che sono crollato sullo zerbino. E lì Nonna Rose mi ha trovato. «Ma… ma..» ha cominciato a dire. Poi si è chinata su di me e ha mormorato: «Piccolo mio». Allora ho pensato che forse non avevo fatto una stupidaggine. Mi ha portato in salotto, dove c’era un grande albero di Natale tutto luccicante. Ero incantato da quanto era bella la casa di Nonna Rose. Mi ha fatto scaldare accanto al fuoco e abbiamo bevuto un tazzone di cioccolata. 

Avevo paura che aspettasse di vedermi rinfrancato per sgridarmi, così ci ho messo un po’ a rimettermi in sesto. Non ho dovuto fingere troppo, del resto, perché in quel momento ero veramente stanco. «In ospedale ti stanno cercando tutti, Oscar. Mobilitazione generale. I tuoi genitori sono disperati. Hanno avvertito la polizia». «Non mi stupisce, visti i tipi. Se sono così scemi da pensare che gli vorrò bene quando mi ritroverò con le manette ai polsi…». «Cos’è che non ti piace di loro?». «Hanno paura di me. Non osano parlarmi. E meno osano, più ho la sensazione di essere un mostro. Perché li terrorizzo? Sono così brutto? Puzzo? Sono diventato demente senza rendermene conto?». «Non hanno paura di te, hanno paura della malattia». «La malattia fa parte di me. Non devono comportarsi in maniera diversa perché sono malato. Forse riescono a voler bene solo a un Oscar in buona salute». «Ti vogliono bene, Oscar. L’hanno detto a me». «Perché, tu ci parli?». «Come no. Sono invidiosi che ci capiamo così bene. Cioè, non invidiosi, tristi. Tristi perché loro non ci riescono». 

Ho fatto spallucce, ma ero già meno arrabbiato. Nonna Rose mi ha fatto un’altra cioccolata calda. «Sai, Oscar, tu un giorno morirai. Ma anche i tuoi genitori moriranno». Le sue parole mi hanno colto di sorpresa. Non ci avevo mai pensato. «Sì, moriranno anche loro. Da soli. E con il rimorso terribile di non essere riusciti a riconciliarsi col loro unico figlio a cui volevano un bene immenso». «Non dire cose così, Nonna Rose, mi fai venire il magone». «Pensa a loro, Oscar. Tu hai capito che stai per morire perché sei un ragazzo intelligente. Ma non hai capito che non muori solo tu, tutti muoiono. Anche i tuoi genitori, un giorno. E anch’io». «Sì, però io passo avanti a tutti». «È vero, passi avanti a tutti, ma non è che con la scusa che passi avanti a tutti hai più diritti degli altri, e neanche hai il diritto di dimenticare gli altri». «Ho capito, Nonna Rose. Chiamali». 

Il seguito te lo faccio breve, Dio, perché ho la mano stanca. Nonna Rose ha avvisato l’ospedale, che ha avvertito i miei, che sono venuti a casa di Nonna Rose, e abbiamo festeggiato il Natale tutti insieme. «Scusatemi» ho detto ai miei quando sono arrivati. «Mi ero dimenticato che anche voi un giorno morirete». Non so cosa le mie parole abbiano sbloccato in loro, ma dopo sono tornati come ai vecchi tempi e abbiamo passato una fantastica serata di Natale. Al dessert Nonna Rose ha voluto guardare in televisione la messa di mezzanotte, e anche un incontro di wrestling che aveva registrato. Ha detto che da anni si tiene sempre un match da guardare prima della messa di mezzanotte, che è un’abitudine, che le avrebbe fatto piacere. Così abbiamo tutti guardato l’incontro che si era tenuta da parte. Era fantastico: Mephista contro Giovanna d’Arco! Non puoi immaginare il numero di colpi in faccia che si sono tirate. Io sarei morto cento volte in un incontro del genere. È una questione di allenamento, mi ha spiegato Nonna Rose, più colpi in faccia prendi, più ne puoi prendere. Non bisogna mai perdere la speranza. Alla fine è stata Giovanna d’Arco a vincere: immagino che ti faccia piacere. 

A proposito, Dio: buon compleanno. Nonna Rose, che mi ha appena messo a dormire nel letto del figlio maggiore, uno che ha fatto il veterinario in Congo con gli elefanti, mi ha suggerito per la tua festa di regalarti la riconciliazione con i miei genitori. Dice che è perfetto. A me, francamente, pare un po’ misero come regalo, ma se lo dice Nonna Rose che è una tua vecchia amica… A domani. Baci, Oscar 

P.S. Dimenticavo il desiderio: fai che i miei genitori rimangano sempre come stasera. E anch’io. È stato un bel Natale, soprattutto Mephista contro Giovanna d’Arco. Scusa per la tua Messa, sono crollato prima.

Riflessione (lasciare almeno 10 minuti di silenzio) e condivisione: La mia vita è stabile? Quali sono le prove che mi hanno formato? Ci sono state fughe da qualcosa o da qualcuno? Ci sono state delle riconciliazioni che mi hanno fatto del bene? Quali sono le riconciliazioni di cui ho bisogno adesso? Quali persone hanno permesso che io ritrovassi la pace del cuore?

Decina del rosario: Padre nostro (insieme), 10 Ave Maria con intenzioni e Gloria al Padre.

Preghiamo con la prima parte della preghiera del Cantico delle Creature di San Francesco: 

Altissimo, onnipotente, buon Signore tue sono le lodi, la gloria e l’onore ed ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di te. Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature, specialmente per messer Frate Sole, il quale porta il giorno che ci illumina ed esso è bello e raggiante con grande splendore:di te, Altissimo, porta significazione. Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle:in cielo le hai formate limpide, belle e preziose. Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l’Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature dai sostentamento.

Segno di croce che conclude la preghiera.